1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Scrivere per me è trasportare le mie emozioni su di un foglio. Sono una persona che vive la vita intensamente e ne colgo ogni sfumatura, sia della natura e dei rapporti che vivo. Trascriverle è come comunicare più a fondo su ciò che provo, che avverto, cosa che molto spesso non mi riesce ad esprimere dialogando. Provo gioia quando riesco ad farmi comprendere e trasmettere sensazioni positive.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
È un'autobiografia, quindi tutto corrisponde al vero e a ciò che ho vissuto.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Posso parlare della mia vita trascorsa come un libro in quattro capitoli di cui due già vissuti e due ancora da vivere. I primi due riguardano la mia infanzia e giovinezza. Questa fase è stata molto turbolenta e costellata di poca luce e tante ombre che, comunque, hanno influenzato e mi hanno formata per vivere la seconda stagione, quella attuale, da donna libera, mamma, cittadina perbene, amante dell’amore universale e circondata da amici sinceri e affidabili di cui non ho beneficiato nel mio primo periodo. Ora sono impegnata nella costruzione delle mie ulteriori stagioni.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Non provo particolari emozioni che si possono spiegare in poche parole. Scrivere rappresenta per me una "passeggiata", il racconto di un viaggio vissuto da viaggiatore e non da semplice turista. Il percorso è talvolta agevole, a volte meno ma, in ogni caso produce esperienze che rivivono nella mia mente: esperienze intese come somma dei nostri errori. E’ comunque bello scrivere perché in quei momenti mi astraggo da ciò che mi circonda, magari ascoltando una musica per me gradevole. Spesso socchiudendo gli occhi mi concentro, e mi accade in particolar modo di sera quando tutto sembra tacere. Libero la anima provando un senso di leggerezza e, rileggendo il testo, spesso avverto dei piacevoli brividi.